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giovedì 28 febbraio 2013

Grazia Deledda





Grazia Deledda
Grazia Deledda nacque il 27 settembre del 1871 a Nuoro in Sardegna e morì il 15 agosto del 1936 a Roma. Fu seppellita ai piedi del monte Ortobone vicino a Nuoro dove venne costruita una Cattedrale chiamata “La chiesa della solitudine” (The Church of Solitude).
Grazia Deledda fu la prima donna italiana a vincere il Premio Nobel per la letteratura il 10 settembre 1926.
Grazia Delleda ha scritto più di trenta romanzi e quattro storie brevi. Ha anche scritto alcuni articoli, alcune poesie ed un opera-libretto. Le sue storie generalmente sono ambientate in Sardegna e focalizzano sugli usi e costumi degli abitanti dell’isola.
Tutto il lavoro della Deledda è basato sulla forza dell’amore, del dolore e della morte. Secondo la scrittrice sopra ad ogni cosa vi è il senso del peccato e di una inevitabile fatalità. L’unica influenza certa che si può vedere nel suo lavoro è data dalla sua Sardegna e dai suoi abitanti. Alcuni studiosi vedono nelle sue opere l’influenza del “verismo” di Giovanni Verga e talvolta anche quella del “decadentismo” di Gabriele D’Annunzio. Nei romanzi di Grazia Deledda vi è una forte connessione tra i luoghi e le  persone e tra i sentimenti e l’ambiente. L’ambiente descritto nelle sue opere è quello polveroso della nativa Sardegna. Secondo alcuni si tratterebbe maggiormente di un ambiente basato sulla mitologia sarda più che su quello fisico.
Grazia Deledda nacque a Nuoro in una famiglia Borghese. Il padre era un agiato proprietario terriero e agricoltore. Il padre era anche un poeta che amava la lettura e la poesia. Egli fondò un piccola casa editrice per poter pubblicare le sue stesse poesie.
Grazia Deledda frequentò la scuola elementare e poi negli studi successivi fu seguita da un tutor (insegnante privato) a casa. Il suo tutor la incoraggiò a scrivere su diversi temi. Quando il maestro s’accorse che i suoi scritti erano fatti così bene la incoraggiò a pubblicarli. Grazia Deledda era un’avida lettrice, iniziò a studiare letteratura da sola. Crebbe con le leggende sarde, il folklore ed i costumi locali, che sono stati preservati dai tempi antichi. Grazia Deledda ha riflettuto questi temi nei suoi lavori.
Nel 1887 Grazia Deledda completò la sua prima storia breve “Sangue Sardo” (Sardinian Blood) e lo inviò a “Ultima Moda” una rivista di Roma. La storia fu immediatamente pubblicata. Le sue prime storie brevi apparvero tra il 1888 ed il 1889 su alcune riviste a Roma ed a Milano. Nel 1892 scrisse la sua prima novella “Fior di Sardegna” (Flower of Sardinia) e la inviò ad un editore a Roma. Anche quella fu immediatamente pubblicata. Nel 1895 scrisse “Anime Oneste”. Nel 1896 scrisse “La via del male” (The Way of Evil).NOOK Simple Touch BNRV300 (Google Affiliate Ad)Barnes & Noble Screen Protector Kit, Clear 56-H31001 (Google Affiliate Ad)
Nel 1900 dopo aver sposato Palmiro Madesani, funzionario del ministero della guerra, conosciuto a Cagliari nell’ottobre del 1899, la scrittrice si trasferì a Roma. Ebbero due figli Sardus and Franz. Fu una persona timida che lasciò che i suoi scritti parlassero per lei. Raramente parlò in pubblico. Quando ricevette il Premio Nobel per la letteratura Benito Mussolini si felicitò con lei personalmente. Questo le permise di parlare in privato con Benito Mussolini e chiedergli il favore di rilasciare il suo amico Elia Sanna Mannironi che era stato arrestato in quanto attivista anti-fascista.
Ricevette il Premio Nobel per la letteratura per i suoi scritti che parlano della vita della gente della Sardegna ed anche per la sua abilità di descrivere accuratamente e con empatia i problemi delle persone in genere. L’unico viaggio al di fuori dell’Italia che fece nella sua vita fu in Svezia (dove ritirò il Premio Nobel) e ne rimase tanto colpita da scriverlo in una lettera indirizzata ad uno dei suoi figli (successivamente pubblicata).
Dopo aver ubblicato “Anime oneste” nel 1895 e “Il vecchio della montagna” nel 1900 il suo lavoro inizò a suscitare interesse.
I suoi migliori lavori furono scritti dopo che lasciò la Sardegna. Essi riflettevano il modo di vivere e la gente della Sardegna. Nei suoi lavori c’era molta nostalgia per la sua terra. Nel 1900 scrisse “Il vecchio della montagna” (The Old Man of the Mountain). Era una nostalgica e mitica storia di un personaggio intrappolato dai tragici effetti della tentazione e del peccato.
Il suo primo reale successo lo ebbe nel 1903 col il libro “Elias Portolu”. Fu tradotto in tutte le lingue Europee. Questo romanzo ha una vena di fatalismo. In quest’opera vi sono conflitti morali, trasgressioni e rivolte private. Grazia Deledda “disegnò” i suoi personaggi traendoli dalla realtà. Usò i suoi familiari e i vicini di casa. Fu un capolavoro d’amore tragico in un dramma di forte forza morale dove i protagonisti lottavano contro i loro desiderii e contro i loro destini.
Nel 1904 scrisse “Cenere” (Ashes). Quest’opera parla di una madre che dà in adozione il proprio figlio nella convinzione che così lui possa avere una vita migliore. Dopo molti anni il figlio la ritrova, con l’aiuto di coloro che si erano occupati dell’addozione, e la rimprovera a tal punto per averlo abbandonato che lei alla fine decide di suicidarsi. Questo romanzo fu amato in tutta Europa e fu adattato per lo schermo. Nel 1916 “Cenere” divenne un film diretto da Febo Marie e fu girato in Sardegna. Eleonora Duse interpretò la parte della madre.
Grazia Deledda fu una scrittrice versatile. Scrisse anche poesie. Nel 1912 scrisse “L’Edera” (The Ivy). Nel 1913 fu pubblicato “Canne al vento” (Reeds in the Wind). In questo romanzo criticò gli eventi senza criticare le persone che erano coinvolti in questi eventi.
Nel 1920 nel suo romanzo “La madre” (The Mother) vestì i panni della madre sofferente. In questo romanzo dimostrò che la tragedia ed il dolore sono i risultati naturali dell’Amore. La scrittrice nel romanzo attacca la bigotteria e le norme sociali ma non i trasgrssori in quanto secondo la scrittrice loro soffrono a causa dei loro stessi istinti.
Continuò a scrivere anche dopo aver vinto il Premio Nobel. Nel 1930 pubblicò “La casa del poeta” (The Poet’s House) e nel 1933 fu pubblicato “Sole d’estate” (Summer Sun). Entrambe queste due collezioni riflettono iil suo ottimismo a dispetto del fatto che fosse malata di tumore al seno.
Nel 1931 pubblicò “Il paese del vento” (Land of the Wind). Questo romanzo era pieno di immaginazione e vi erano riferimenti autobiografici. Nel 1934 pubblicò “L’argine” ( The Barrier), il tema più importante trattato in quest’opera era la rinuncia all’Amore o ad altre cose terrene e la riconcigliazione con Dio.
Nel 1936 fu pubblicato il suo romanzo “La chiesa della solitudine” (The Church of Solitude). La protagonista, Maria Concezione, era malate di tumore al seno proprio come la scrittrice.
Dopo la sua morte furono pubblicati alcuni suoi lavori tra cui “Cosima” nel 1937. In questo romanzo l’eroina condivide il suo nome con la scrittrice in quanto Cosima era il secondo nome della scrittrice. In questo libro autobiografico la scrittrice parla della sua vita prima che lasciasse la Sardegna. Parla della prima volta che prese il treno per andare a Cagliari dove avrebbe poi incontrato il suo futuro marito. Il suo ultimo lavoro pubblicato nel 1939 fu “Il cedro Di Libano” (the Cedar of Lebanon).

venerdì 12 ottobre 2012

Marian Anderson


Marian Anderson nacque il 27 febbraio del 1897 a Philadelphia, Pennsylvania e morì l'08 Aprile 1993 a Portland, Oregon.
Il padre vendeva carbone in inverno e ghiaccio d'estate, la madre faceva le pulizie a casa d'altri. Aveva anche  due sorelle, Alyce e Ethel.
Gli Anderson erano soliti andare in chiesa tutte le domeniche. Quando Marian compì sei anni le fu chiesto d'entrare nel coro della sua chiesa. Da quel momento iniziò il suo amore per la musica.
Nel coro della chiesa imparò le canzoni cantate dagli schiavi chiamati "Spirituals" e scoprì che la musica la rendeva felice. 
Un giorno udì della musica uscire da una finestra, vi sbirciò dentro. Vide una donna di colore suonare il pianoforte. Si sentì orgogliosa del fatto che una donna di colore, come era lei, potesse suonare così bene quello strumento.  In quel momento Marian capì che se voleva poteva imparare a suonare il pianoforte anche lei.
Quando suo padre morì divennero estremamente poveri per cui dovette iniziare a lavorare. Per guadagnare qualcosa puliva gli scalini d'ingresso dei vicini di casa per 1 o 2 penny cantando tutto il tempo.
Mentre frequentava la scuola superiore capì che quello che voleva fare da grande era cantare. 
Per poter diventare una cantante professionista Marian doveva frequentare una scuola di canto. La prima scuola in cui cerco di andare Marian era una scuola di musica vicino a casa sua ma fu trattata molto male da una degli insegnanti. Quella donna le disse che in quella scuola non prendevano studenti di colore. Alla fine Marian trovò qualcuno che era interessata ad insegnarle. Mary Saunders Patterson fu la sua prima insegnante.
Un giorno Marian ebbe l'opportunità di suonare per Giuseppe Borghetti, un maestro di musica molto famoso. Dopo che la sentì cantare decise di prenderla come sua studentessa.
Nel 1924, all'età di 27 anni, Marian ebbe l'opportunità di cantare al Town Hall in New York City. Nonostante che si fosse preparata fu un terribile flop. Pochissime persone andarono a sentirla ed i giornali scrissero che nonostante avesse una bella voce aveva bisogno di più pratica. Marian sapeva che quello che avevano scritto i giornali era vero e quindi assieme al maestro Borghetti fece più pratica.
Nel 1925, Marian vince il premio come migliore cantante. 
Alla fine del 1927 Marian andò in Europa. In Europa il suo più grosso concerto si tenne nel 1930 in Germania. Suonò in Danimarca, Svezia, Norvegia e Russia. Ormai era diventata  molto famosa anche se negli Stati Uniti non molte persone l'avevano sentita cantare.  
Il 30 dicembre del 1935 doveva cantare al Town Hall in New York City. Sulla nave mentre rientrava negli Stati Uniti si ruppe una gamba. Nonostante la gamba rotta decise di cantare ugualmente. Questa volta il Town Hall in New York City era pieno e fu un successo. 
Marian cantò ovunque negli Stati Uniti anche nel sud dove a quei tempi la legge diceva che i bianchi ed i neri dovevano rimanere separati. Negli stati del sud i bianchi ed i neri non potevano frequentare le stesse scuole o lavorare assieme. Non potevano nemmeno sedere assieme sull'autobus o nel Music Halls.
Tutte le volte che cantava in posti affollati, Marian, s'inchinava prima davanti alle persone di colore per dimostragli di essere orgogliosa di essere anche lei nera.
Marian cantò alla Casa Bianca per il presidente Franklin D. Roosevelt e per la First Lady Eleanor Roosevelt.
Marian fu invitata a cantare alla Costitution Hall, nel 1939, dalla Howard University ma un gruppo chiamato "Daughters of the American Revolution (DAR)" le impedirono di cantare perchè era nera.
Molte persone erano arrabbiate per il modo in cui era stata trattata. Una di queste persone era la Sig.ra Roosevelt. La First Lady decise di lasciare il DAR per il modo in cui Miss Anderson fu trattata.
La domenica di Pasqua del 1939 Marian Anderson cantò in Washington, DC sugli scalini del Lincoln Memorial davani a più di 75000 persone. 
Nel 1943 sposò Orpheus "king" Fisher ma non ebbero figli assieme. 
Nella sua lunga carriera, Miss Anderson vinse molti premi ed incise molti dischi. 
Nel 1955 divenna la prima Afran-American a cantare una parte di primo piano al famoso Metropolitan Opera di New York City.
Nel 1958 servì come delegato alle Nazioni Unite.
Cantò anche alla Marcia su Washington del 1963, quella in cui Dr. Martin Luther King, Jr., tenne il suo discorso "I Have a Dream". Cantò anche al Constitution Hall.
Arturo Toscanini, disse che Marian aveva una tale voce che se ne poteva udire una ogni cento anni.
Marian si ritirò dalle scene il 19 Aprile 1965 dopo un concerto al New York's Carnegie Hall.
Lei sarà ricordata come una persona che ha messo le persone assieme attraverso la musica.



lunedì 24 ottobre 2011

Tawakkul Karman



Lo Yemen Times scrive: "da otto mesi Karman guida le proteste contro il regime. Con il suo esempio ha aperto nuove strade alle yemenite."
Il premio Nobel per la Pace di quest'anno è stato significativo. Ha, in qualche modo, sottolineato il ruolo delle donne nel costruire le demoscrazie nel mondo ed ha infranto la comune idea occidentale che vede le donne arabe e musulmane completamente soggiogate agli uomini.
Tawakkul Karman (nata il 7 febbraio del 1979) è una politica e attivista yemenita, membro del partito politico al-Tajammuʿ al-Yamanī li-l-Iṣlāḥ .
Nel 2011 Tawakkul Karman ha ricevuto il Premio Nobel per la pace assieme alla Presidentessa Liberiana Ellen Johnson Sirleaf e alla liberiana Leymah Gbowee. Il Comitato ha motivato il premio dicendo che si trattava di un premio dato “per la loro battaglia non violenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nell'opera di costruzione della pace”.
Il Premio Nobel dato a Tawakkul Karman è particolarmente significativo perché è la prima donna araba musulmana a vincerlo. Come molte delle compatriote era solita indossare il velo che copre tutto il viso. Ma alla Conferenza sui diritti umani del 2004 si tolse il velo e da allora ha esortato “le altre donne e le attiviste a levarselo”. Ora ha deciso d'usare una sciarpa per coprire solo i capelli perché ha capito che il contatto visivo aiuta a mobilitare le persone. E' un'attivista pacifista e giornalista. Nel 2005 creò il gruppo di difesa dei diritti dell'uomo Giornaliste senza catene, per difendere la libertà di pensiero e d'espressione. Andò in prigione in gennaio ed a marzo per aver mobilitato le studentesse dell'Università di Sanaa.
Dando il Premio Nobel a Tawakkul Karman, che alcuni chiamano “la donna di ferro Yemenita”, il Comitato ha sfatato il mito della totale sottomissione delle donne col velo agli uomini.

Leymah Gbowee

Lo scorso 7 ottobre il Premio Nobel per la Pace è stato consegnato a Leymah Gbowee, per il ruolo che ha svolto nel far avanzare la democrazia nel suo paese.

Ellen Johnson Sirleaf

Lo scorso 7 ottobre il Premio Nobel per la Pace è stato consegnato a Ellen Johnson Sirleaf, per il ruolo che ha svolto nel far avanzare la democrazia nel suo paese.

lunedì 26 settembre 2011

Wangari Muta Maathai





Wangari Muta Maathai nacque, il 1 aprile 1940, a Nyeri in Kenya (Africa). E' morta il 25 settembre 2011, di tumore a Nairobi, Kenya (Africa). Apparteneva all'etnia kikuyu. Nel 1964 fu la prima donna dell'Africa Orientale-Centrale ad ottenere una Laurea. Ottenne la sua Laurea in Scienze Biologiche dal Mount St. Scholastica College in Atchison, Kansas (USA) e nel 1966 ottenne un Master in Scienze dall'University of Pittsburgh. Nel 1971 ottenne il suo PhD dall'Università di Nairobi dove in seguito insegnò anatomia veterinaria. Nella stessa Università nel 1976 divenne capo del Dipartimento di Anatomia Veterinaria e nel 1977 divenne Professore Associato nello stesso Dipartimento. In entrambi i casi fu la prima donna ad ottenere tali cariche in Kenya.
Dal 1976-87 Wangari Muta Maathai fu attiva nel National Council of Women del Kenya. Nel 1976 introdusse l'idea di piantare alberi assieme alle persone e continuò a sviluppare il progetto in una organizzazione generale della società civile. Questa organizzazione si basa sul fatto di piantare alberi con gruppi di donne con lo scopo di conservare l'ambiente ed aumentare la qualità della vita degli abitanti. Col Green Belt Movement, W. M. Maathai, ha visto donne piantare più di 20 milioni di alberi (vicino alle scuole, alle chiese o nelle loro fattorie).
Nel 1986 il Movimento ha costituito un Pan African Green Belt Network ed ha esposto questa proposta a più di 40 persone provenienti dai paesi africani. Alcune di queste persone hanno portato tale iniziativa nei loro paesi d'origine. Da quel momento alcuni stati (come per esempio Tanzania, Uganda, Malawi, Lesotho, Ethiopia, Zimbabwe ed altri) hanno lanciato iniziative che hanno avuto successo in Africa.
Nel settembre del 1998 Wangari Muta Maathai lanciò una campagna del Jubilee 2000 Coalition. In tale occasione Wangari Muta Maathai ha intrapreso una nuova sfida giocando un ruolo importante come Co-Presidente del Jubilee 2000 Africa Campaign. In questa campagna chiese la cancellazione dei debiti arretrati dei paesi poveri africani.
Wangari Muta Maathai è internazionalmente conosciuta per la sua continua lotta per la democrazia, per la salvaguardia dei diritti umani e la conservazione dell'ambiente.

Nel 2004 era diventata la prima donna africana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Pace per "il suo contributo alle cause dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace".

Wangari Muta Maathai e Green Belt Movement hanno ricevuto numerosi premi tra cui ricordiamo nel 2004 anche il Premio Petra Kelly per l'ambiente.
Fu anche nominata Donna dell'Anno nel 1983 ed anche nel 1989. La Professoressa Maathai è stata messa sulla lista di UNEP's Global 500 Hall of Fame e nominata come una delle 100 eroine del mondo. Nel 1997 fu eletta dall'Earth Times come una delle 100 persone nel mondo che hanno fatto la differenza nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente.
W. M. Maathai ha anche rivevuto alcune Lauree ad Honorem da prestigiose Istituzioni quale per esempio quella del 2004 dalla Yale University.
Wangari Muta Maathai operò in diverse organizzazioni quali per esempio L'UN Secretary General's Advisory Board on Disarmament, il Jane Goodall Institute, Women and Environment Development Organization (WEDO), World Learning for International Development, Green Cross International, Environment Liaison Center International, il WorldWIDE Network of Women in Environmental Work and National Council of Women of Kenya.
Nel dicembre del 2002 fu eletta parlamentare col 98% dei voti. Divenne Assistente Ministro dell'Ambiente, risorse Naturali e della flora e fauna del Kenya.

venerdì 16 settembre 2011

Rita Levi-Montalcini




Rita Levi-Montalcini nacque a Torino il 22 aprile 1909 e morì a Roma il 30 dicembre 2012. Rita Levi-Montalcini è stata una neurologa ed una senatrice a vita italiana. Vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1986.


"Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente."
(Sen. Rita Levi-Montalcini)
"L'umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi."
(Rita Levi-Montalcini)
"Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disabituano a ragionare (oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la loro capacità creativa). Creano per loro una realtà definita che inibisce la loro capacità di "inventare il mondo e distrugge il fascino dell’ignoto. "
(Rita Levi-Montalcini)